Un mio cugino, da piccolo, diceva sempre che se c’era il pollo arrosto con le patatine,
allora era domenica.
Non che siccome era domenica si faceva il pollo con le patatine, ma proprio il contrario.
Se mia zia avesse cucinato pollo e patate di lunedì, sarebbe stato domenica lo stesso, almeno per lui.
E’ strano, e bello, come spesso ci facciamo cullare dalle nostre abitudini.
L’anno scorso ad esempio, dopo una settimana extra in un appartamento qui, arrivando al nostro campeggio (e dico campeggio) in cui andiamo da quando lui è nato, mio figlio grande fa: “OOhhhhh! Finalmente! Ora si che siamo in vacanza!”
Stavo quasi per ucciderlo, ma poi ho capito cosa intendeva. Io stessa ho le mie abitudini, quelle normali, tipo andare la mattina a fare colazione al bar con Maurizio, e quelle che proprio mi fanno dire “Oohhh! Ora si che è…” Ad esempio, per me non è Capodanno se non trasmettono “Sette spose per sette fratelli” oppure non è Natale senza “Miracolo sulla 54^ strada”, come non è veramente estate se a mezzogiorno non trasmettono “La signora in giallo”. Semplici abitudini, piccoli riti, appuntamenti che scandiscono oramai le nostre giornate e la nostra vita in generale.
Ma dobbiamo fare attenzione a non essere vittime delle abitudini. Purtroppo a volte la routine quotidiana, i troppi impegni, il ripetersi automatico degli stessi percorsi, degli stessi gesti, possono farci commettere errori fatali. E risolversi in tragedia, come nel recente caso dei due angeli “dimenticati” in auto a causa del vorticare dei pensieri dei loro genitori, ora distrutti dal dolore e dal rimorso.
Le abitudini sono rassicuranti, danno tranquillità, però a volte intorpidiscono.
Cambiare un’abitudine, o per una volta non seguirla, può cambiare la nostra vita, o quantomeno darle un tocco di colore.
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