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Calcio…in costume!

Quando dico “calcio in costume” non intendo quello che generalmente si gioca sulla spiaggia, bensì il Calcio Storico Fiorentino,  detto anche calcio in costume perché viene appunto giocato con i costumi tipici medievali.

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Oggi è la festa del Santo Patrono di Firenze,  San Giovanni, e in questo giorno, oltre ai festeggiamenti religiosi della mattina,
tutti gli anni si gioca la finale del famoso gioco di calcio (più che calcio somiglia al rugby) nato appunto intorno alla fine del Quattrocento, quando, per  arginare le proteste dei cittadini a causa degli schiamazzi dei giovani che giocavano per strada,
tale gioco venne regolamentato. Era giocato soprattutto da nobili e facoltosi, che indossavano sfarzosi costumi dell’epoca.
Tra loro si ricordano addirittura alcuni futuri Pontefici e cioè Giulio de’ Medici, Papa Clemente VII Alessandro de’ Medici,  Papa Leone XI Maffeo Barberini, Papa Urbano VIII.

Fu un gioco molto popolare fino a tutto il Seicento, ma poi iniziò un declino che lo portò a scomparire. La partita segnò la rinascita del gioco fu giocata nel maggio del 1930 quando, per la ricorrenza del quadricentenario dell’Assedio di Firenze, su iniziativa del gerarca fascista Alessandro Pavolini, venne organizzato il primo torneo tra i quartieri della città; da allora il Calcio fiorentino  è divenuto la manifestazione rievocativa più importante di Firenze.

Il gioco consiste in un quadrangolare formato dalle squadre (di 27 giocatori ciascuna) rappresentanti  i 4  Quartieri storici fiorentini e caratterizzate ognuna da una livrea di diverso colore.  Abbiamo i Bianchi di Santo Spirito, i Verdi di San Giovanni, i Rossi di Santa Maria Novella e gli Azzurri di Santa Croce.

Prima delle partite si svolge un corteo storico, con 530 figuranti vestiti con i colori delle livree dei giocatori, antiche armature dell’epoca, gonfaloni e stendardi che percorrono le vie del quartiere al suono degli squilli di tromba e rulli di tamburi, accompagnato dagli Sbandieratori, degli Uffizi.
Dopo lo sparo delle colubrine la partita inizia, sulla sabbia che per l’occasione viene portata e sparsa in uno spesso strato sul campo di gioco.

fiorenza-gonfalone-corteo-storico      LibroProvinciaS_Croce Calcio storico

Ogni partita è vinta dalla squadra che alla fine del tempo “con qualunque mezzo”riesce a fare più gol (cacce). Le gare sono  molto virili ed aggressive: risse, lotte serrate e continui scontri fisici per il possesso della palla. Si tratta di un gioco molto violento, violento a tal punto che sono state approvate nuove regole che impediscono le mischie, e il confronto per il possesso di palla può  essere sì anche a pugni e morsi, ma unicamente fra due soli avversari. Il premio per la squadra vincitrice del torneo, oltre al Palio, è una vitella di razza Chianina.

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La  sera di San Giovanni, a conclusione dei festeggiamenti per il Santo Patrono, si può assistere ad un meraviglioso spettacolo di fuochi d’artificio che si rispecchiano nelle acque dell’Arno.

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8 pensieri riguardo “Calcio…in costume!

  1. Bellissimo post, concordo !
    Forza virile sciolta e leale, forza della tradizione …. che si fa memoria !!!
    E quei fuochi sull’ Arno che spettacolo …. carissima Amica !

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  2. Una grandissima Città Firenze …. amata da tutti noi !
    E altrettanto bella la campagna circostante …. sei fortunata @Rossana e, suppongo, anche giustamente orgogliosa dei tuoi luoghi natii !
    Come di Roma, la mia città natale, lo sono io …. Città d’ arte entrambe, entrambe da sempre città ospitali con chiunque vi vada ad abitare, non ostanti i danni rilevanti che il traffico, specialmente Roma, ha inferto negli ultimi decenni a queste Città ideate e nate ‘a misura d’ uomo’ !
    Un abbraccio e …. a presto !

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  3. Infatti ne sono orgogliosissima. Purtroppo, il fatto di avere così a portata di mano tante strabilianti bellezze, ci porta, come per tutte le cose di cui potremmo disporre in ogni momento, a trascurarle, o a non apprezzarle come chi invece deve “guadagnarsele”. Sono stata a Roma in due occasioni, la prima, in gita di terza media, un numero infinito di anni fa. La seconda proprio ad aprile, quando sono venuta giù per un raduno con delle amiche di forum. Eh, si. E’ stata un’esperienza bellissima conoscere di persona quelle che fino al giorno prima erano “amiche di mouse” e realizzare che anche se non ci eravamo mai viste in realtà ci conoscevamo perfettamente, e non c’è stato il minimo imbarazzo, anzi una forte emozione nell’abbracciarle e nel parlare con loro faccia a faccia finalmente. Però è stato breve, abbiamo pranzato insieme e fatto un giro fino a Piazza San Pietro. Poi fra una chiacchiera e l’altra si è fatta già l’ora di riprendere il treno. In ogni caso Roma la ricordo come una città stupenda, piena di fascino, e spero di poterci tornare al più presto, a dispetto anche del traffico!

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  4. Hai perfettamente ragione …. la disponibilità, scontata, anche della bellezza più affascinante, finisce poi per rendere ‘consueta’ la visione di qualunque cosa, e quindi per banalizzarla …
    Penso che accada, per la ragione che l’ emozione, per esprimersi in un sentimento profondo e farci rabbrividire, deve essere libera, non programmata, non reiterata, e giungerci inaspettata e improvvisa, quasi sempre indotta da aspetti secondari ( una canzone non più ascoltata, un sapore dimenticato … una voce che non avevamo più udito, un profumo mai più odorato, un qualcosa non più visto da tempo immemore … ), che ci sorprendono e ci commuovono nel profondo del cuore, suscitando quella che Marcel Proust chiama “la memoria involontaria”, l’ unica capace di farci recuperare il tempo perduto !
    Sarà capitato anche a te, e quindi puoi capire di che stia parlando …. ed a quale sensazione intensa e profonda io alluda, sono attimi in cui ogni cosa che avevamo disperatamente perduto nel passato ci viene all’ improvviso restituita !
    @Sabby, in un bellissimo e indimenticabile suo post scritto in un Blog su Kataweb, un post che “La Repubblica” pubblicò e mantenne in prima pagina per mesi, chiamò quegli spazi dell’ anima, che racchiudono misteriosamente le nostre emozioni più sincere ( ma dimenticate poi nel mutare nostro nella vita successiva ), “Luoghi della memoria” ed a rileggere ora le numerose testimonianze che le pervennero, quel suo mirabile post sembra un libro scritto con le vite di tutti noi ….
    Tempo che ci viene restituito, Amica mia, ma “accoratamente restituito”, poichè quei momenti di sublime estasi che l’ emozione ci riporta, durano ahimè non più di pochi attimi fuggenti, per tornare a svanire di nuovo nella palude opaca che, per ognuno di noi, è il nostro dolce, pio, amatissimo e perduto passato !

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Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra ch'io ho detto la mia...