Piccoli inconvenienti quotidiani · Quattro chiacchiere · Schegge di vita

Con l’amaro in bocca

 

Questo post conferma purtroppo l’idea che mi sono fatta dei prodotti artigianali, e conferma anche quello che dicevamo nel post che ho rebloggato pochi giorni fa. L’evidenza è che il fatto a mano è ormai diventato un prodotto di nicchia, apprezzato da pochi e snobbato dai più. Ieri ho fatto un mercato, il banco era carino, con tutti i miei lavoretti in country painting e oggettini in feltro, e in atmosfera natalizia. Il mercato si svolgeva in una via di Pontassieve, dalle 8 del mattino fino alle 18 circa.  Era un freddo micidiale, l’umidità saliva da dentro le ossa. Il costo dell’occupazione del suolo pubblico era di 20 euro, niente corrente elettrica, ognuno doveva attrezzarsi con una batteria da macchina, un inverter (di cui ignoravo l’esistenza fino a giovedì sera) e un cavo con lampade.

L’affluenza di persone al mattino è stata scarsa, dalle 15 in poi abbastanza sostenuta. Ma il problema è che la gente si ferma soltanto ai banchi alimentari (e qua li posso ben capire) e ai banchi che vendono oggetti di poco prezzo. Il mio problema è sempre il solito, le persone non capiscono la differenza fra un lavoro fatto a mano con materiali di qualità e di un certo costo, a cui si dedica tempo, amore e attenzione e un prodotto fatto in serie, con materiali scadenti. L’importante è che costi poco. Alcune volte, durante qualche conversazione,  mi sono sentita dire che forse varrebbe la pena abbassare i prezzi per cercare di vendere qualche oggetto. A volte sono tentata, ma no. Non ci sto, per tre motivi:

– primo:  non mi ritengo affatto esosa – secondo: non ce la farei mai ad arrivare a competere con i prezzi del “fatto in serie” anche e soprattutto per via del costo dei materiali – terzo ma più importante di tutto: abbassando ancora i prezzi , implicitamente sarebbe come svilire il valore del lavoro.

Anche la ragazza di fronte a me che faceva bigiotteria di buona qualità si lamentava dello stesso problema, diceva che lei un collier doveva farlo pagare aleno 18 euro, visti i materiali che usa. Ma poi la gente ne vede uno a cinque euro e non si pone il problema che quello brilla la metà, che magari il moschettone dopo due giorni diventa nero, o si rompe. Costa poco, tanto basta. E poi fa male sentire certi discorsi. Una signora passando davanti ai banchi ha detto all’amica qualcosa riguardo un oggetto della ragazza accanto a me, che le sarebbe piaciuto acquistare. E l’altra le ha risposto: “Ma dài, abbiamo la casa piena di questi troiai” (espressione toscana che significa oggetto brutto e inutile). Mi sarebbe piaciuto risponderle che per fare il più piccolo e semplice dei miei “troiai” io ci metto almeno tre o quattro ore, e che magari potrebbe commentare in modo più discreto, ma mi sono morsa la lingua e sono stata zitta, ma solo in apparenza la cosa non mi ha ferito.

Risultato della giornata:  Speso 20 euro, Incassato 3 euro (e non è un errore di battitura 😦 )

Per finire questa deprimente descrizione, almeno una considerazione positiva: l’unica nota positiva è stata la piacevole conversazione con i miei “vicini di banco”, tutte persone socievoli che hanno reso la giornata meno triste.

E menomale che il freddo è gratis altrimenti si che avrei speso un capitale! 🙂

15 pensieri riguardo “Con l’amaro in bocca

  1. ti capisco bene, mia figlia ha fatto la stessa tua esperienza in due tre mercati, sinceramente ad una 20 di euro ci è sempre arrivata ma ha deciso di smettere, e vende solo su internet o alle amiche…..il gioco non vale la candela purtroppo…… 😦

    "Mi piace"

    1. Io ne ho un altro fissato per il 16 dicembre nella piazza del mio paese, costo 15 euro (sempre senza corrente ahimé). Vedrò se questo funziona meglio, altrimenti farò come lei…
      E quello che mi fa più rabbia è che io, in vista di questi mercati, preparo un sacco di cose nuove, con l’ambizione di fare un bel banco. E ogni volta mi dò della stupida per averlo fatto…

      "Mi piace"

  2. Capisco la tua delusione. Qualche anno fa, preparai delle palle di natale con la passamaneria. Ci misi tutta la mia attenzione, accordando colori e materiali diversi. In famiglia non ne potevano più delle mie “palle”, ma erano molto contenti del risultato. Avevo preparato anche delle spilline con i pannolenci e le perline.

    Tanto materiale, tantissimo tempo e presa dall’entusiasmo, mi rivolsi ad una associazione per fare un mercato al chiuso.

    Che delusione … A fine serata, fu tanto lo scoramento, che regalai una palla ad ogni banco.

    Da allora ho deciso che non avrei mai più fatto nessun mercato.

    La gente, dico gente, non le persone, non guardano cosa c’è dietro e questo è il risultato.

    Una piccola riflessione, preferiscono pagare 10 euro un paio di pantaloni alla moda per risparmiare lì per lì 40 euro, per poi spenderne 100 dal dermatologo per una bella allergia … che non so da che cosa sia venuta …

    Non ti abbattere e vedrai che qualcosa cambierà e non abbassare i prezzi, il “fatto a mano” deve avere il suo costo!

    Ti abbraccio Rossana, ti voglio bene.

    Arcangela

    "Mi piace"

  3. Sai, più che per il mancato incasso (diciamo per la rimessa, che è più aderente alla realtà) mi dispiace per aver notato il completo disinteresse delle persone. Per fortuna ho delle care amiche che mi consolano nei momenti di sconforto. E che mi danno lo stimolo a continuare.
    Ti voglio bene anch’io. Un bacione.

    "Mi piace"

  4. “Dove il guadagno manca, la rimessa è certa” ! recita un antico proverbio, amica mia … 😦
    Ma coraggio …. il gusto e la conoscenza sono destinati a crescere nella gente, se la si educa ad apprezzare, anzichè la rappattumaglia fosforescente predestinata al secchione della monnezza, oggetti d’ artigianato il cui solo possesso ci rallegra, e per cui valga sempre la pena di spendere qualche euro in più . Quindi, NON ti stancare di mostrare e parlare alle persone dei tuoi “lavoretti” … è questo che serve per far capire la differenza fra l’ inutile ed il bello ! 😦
    Quanto alla signora (sic!) che ti ha urlato che in casa sua ci sono fin troppi “troiai” ( ehm … ma non è ancora in vigore la Legge @Merlin ??? ), è bene che Tu ricordi, al mercatino come ovunque, che la mamma dei cialtroni e delle cialtronesse …. è sempre in cinta, mentre l’ educazione ed il rispetto non si possono acquistare, nè al mercatino, nè negli ipermercati “vendo di tutto e di più” …. poichè l’ educazione ed il rispetto o li si hanno dentro, o non li si hanno mai !!!! 😀

    "Mi piace"

  5. No che non smetto. Come potrei mai? Mi piace troppo quello che faccio per smettere di farlo. Oltretutto per mio carattere non sono tipo da gettare la spugna. E per quello che sono (e che faccio) ripeto sempre che “chi non mi vuole, non mi merita”. 😉

    "Mi piace"

  6. Non smettere e supera una delusione e la fatica della giornata andata così così.
    Ti piace creare, hai competenza, ti diverte e ti rilassa: il resto se verrà, bene altrimenti pazienza, si va avanti lo stesso.
    Ho commentato il post precedente, ma coi reblog mi confondo sempre e non so mai dove lasciare il commento: stavolta l’ho lasciato di là.
    ciao

    "Mi piace"

  7. Mi dispiace. Tante volte si commenta senza sapere tutti i retroscena, la crisi è quella che è, si cercano cose da poco, troiai per l’appunto, senza chiedersi troppi perché.

    Meno male che almeno una nota positiva c’è stata! 🙂

    "Mi piace"

  8. Viviamo in una società abituata a comperare ciò che costa meno e non ciò che è fatto con materiali di buona/ottima qualità. Che poi l’oggetto si sfaldi in meno di un giorno non interessa, sempre 5 euro hanno speso.
    Non c’è più la cultura dell’artigianato vero, quello fatto con coscienza che da ottimi risultati. Personalmente preferisco spendere 20 euro in un oggetto che li vale tutti sia per materiali sia per ore lavorative impiegate che 5 oggetti a 4 euro, di dubbia fattura e dubbia provenienza; perché diciamolo senza che si offenda nessuno, la maggior parte degli oggetti spacciati per oggettistica da artigianato, vengono tutti da fuori (evito dire da dove perché è superfluo) e la gente ancora non ha capito la differenza.
    Spesso vado per mercatini e forse sarò anche una mosca bianca in questo, ma oltre ai banchi alimentari, io mi spolpo anche quelli dell’artigianato.
    Sarà che sono un fan del “fai da te” e so quanto lavoro implichi assemblare, dipingere, levigare una qualsiasi cosa che poi prenderà una forma diversa, ma dare il giusto prezzo alle cose non credo sia così difficile. Il difficile è farlo capire a chi preferisce scarsissima bigiotteria a qualcosa di veramente unico.
    Ti consiglio di aprirti anche una pagina su ebay, come venditrice non professionista e di pubblicizzare quell’ eshop che hai già avviato. In questo campo è meglio solcare ogni mare 😉

    Una mia amica blogger, fa a mano bigiotteria di qualità, con materiali naturali. Degli autentici giorielli, anche lei va per mostre e mercatini ma il suo lavoro lo svolge soprattutto online.
    Ti lascio il link del suo blog, dove pubblicizza i suoi lavori, magari scrivele in pvt e chiedile informazioni, visto che lei lo fa già da qualche anno, potrebbe darti qualche dritta 🙂

    http://capriccidinatura.wordpress.com/

    Non mollare 🙂

    "Mi piace"

    1. Ti ringrazio degli ottimi consigli, e del link che mi hai segnlato. In effetti conoscevo già il blog della tua amica, fa dei lavori stupendi (e poi io adoro la Tagua, che avevo scoperto circa quattro anni fa alla Mostra dell’Artigianato di Firenze, dove acquistai un portachiavi divertentissimi fatto appunto con questo materiale naturale). Magari la contatto davvero. Grazie mille.

      "Mi piace"

  9. Anni fa, facevo parte di un Gruppo di Solidarietà, dove si confezionavano centrini, tende, tovaglie in pizzo, coperte, corredini, maglioni, dipinti, ecc …tutti rigorosamente fatti a mano e con filati e tessuti speciali. (Avevamo persino il broccato, e nastri di raso e seta, e mani abilissime e di grande precisione). Tutto davvero speciale…come i lavori terminati che, poi esposti per la vendita…avrebbero dovuto esser apprezzati e acquistati, almeno per il loro valore reale!
    Oltre che a cercare e confezionare sempre nuovi oggetti…io avevo anche l’incarico di fare i prezzi e preparare l’allestimento. Ogni volta c’era discussione perchè non mantenevo competitivi i prezzi! Cioè, lo stesso prezzo con a favore la qualità. Infatti gli oggetti piacevano molto ma…costavano tanto. Ti rendi conto Rossana….nemmeno per la Solidarietà verso i più poveri, la gente era disposta a spendere….il giusto prezzo! Anzi, venivano da noi per trovare l’affare!!!!
    Per fortuna, il Gruppo era conosciuto in città…e avevamo delle Signore intenditrici, che a Natale, provvedevano a scegliere i regali da noi.

    Per questo, anch’io Ti suggerisco di non mollare….perchè sicuramente Ti farai conoscere e poi avrai la giusta clientela!

    In bocca al lupo!

    Nives

    "Mi piace"

  10. Allora anche tu come me hai sperimentato sulla tua pelle cosa significa…io ammiro totalmente le ricamatrici, proprio perché mi rendo conto di che cosa significa stare ore e ore chine su un oggetto (e loro oltre il tempo e i materiali pregiati ci rimettono pure la vista…) e resto estasiata davanti a pezzi unici di enorme valore (e intendo proprio valore,non prezzo). Ti ringrazio e… crepi il lupo!

    "Mi piace"

    1. Se è per quello, dovresti vedere casa mia….materiali di ogni genere, specialmente per découpage (che adesso non faccio neanche più). Mio marito (macellaio) dice spesso, guardando sconsolato l’armadio dei materiali: “Hai voglia a tagliar braciole…” 😀

      "Mi piace"

  11. Oh … “hai voglia a” ?!? 😯
    Ma … ehm …. quelle “tue” braciole son diverse dalle sue, ma non meno importanti ! 😀
    Inoltre, cara @Rossana, una cosa è l’ investimento come fine di guadagno … altra cosa è la passione …. e specificatamente “una passione come la tua” !!! 😀

    "Mi piace"

Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra ch'io ho detto la mia...