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Le battaglie degli altri

200703131552mendicante

Mi è successa una cosa tempo fa che mi ha lasciato un po’ perplessa, e anche un po’ delusa di me stessa. Mi rifrulla in mente ogni tanto e non trovo una risposta.

Dovevo andare in centro a comprare un libro. Nel sottopassaggio c’era una mendicante con due bambini piccoli nel passeggino. Dietro di me una signora con il nipotino a piedi. La mendicante ci ha chiesto l’elemosina. Pensai che non avrebbe dovuto mendicare con i bambini, e prima che potessi fare o dire qualsiasi cosa (non so esattamente cosa) la signora dietro a me la apostrofò dicendole: “Ma perché li hai fatti allora quei bambini?” E parlando fra sé a voce alta: “Siamo pieni di questa gente, io non ne posso più!”. Mi sono vergognata per lei, per la sua maleducazione. Mi ha fatto pena la mendicante che si è dovuta giustificare dicendo che erano gemelli. Non ho avuto il coraggio di difenderla dagli insulti di quella donna. Poi ho pensato che non doveva però tenere i bambini in quel sottopassaggio a mendicare, e che lo faceva per impietosire la gente, e che avrei dovuto avvertire qualcuno del suo sfruttamento dei minori. Poco più in là c’erano tre vigili urbani a piedi, volevo avvertirli. Ma mentre passavano non ho avuto il coraggio di dire niente, pensavo che forse quei bambini la sera avrebbero mangiato se la madre riusciva a racimolare qualcosa. Perché tutte queste contraddizioni? Perché  non sono riuscita a schierarmi con i più deboli? Mi sono vergognata di me, della mia insicurezza e del non sapere mai qual’è la cosa giusta da fare in questi casi… perchè non ho  la forza di combattere  le battaglie degli altri?

5 pensieri riguardo “Le battaglie degli altri

  1. perchè si ha sempre il dubbio di quale sia la cosa giusta…..e se poi sbagliamo?….Se quei bambini fossero amati davvero e non solo sfruttati per l’elemosina? Le cose non sempre sono come sembrano…..e se non in casi di evidenti maltrattamenti secondo me è bene non prendere decisioni avventate…….non avrei fatto nulla nemmeno io. Buon fine settimana Rossana!

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  2. Perchè …. @Rossana ???
    Forse …. perchè siam fragili, e non sempre siamo in grado di leggerci con chiarezza e di fare d’ impulso ciò che abbiamo nel cuore …..
    Ed infine …. cosa sappiamo di definitivo sull’ esistenza nostra e quella degli altri …. ???
    Poco o nulla, cara amica …. e quindi non ti crucciare troppo : ci sarà un’ altra occasione per aderire ai tuoi più autentici sentimenti, e vedrai …. saprai cosa fare ! 🙂

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  3. Può darsi che fossero stati due gemelli, può darsi di no, non è certo quello il problema: certo che la signora è stata quantomeno inopportuna e superficiale, che pretende, che in certi ambienti ci sia la cultura della prevenzione?

    Comunque, può darsi pure che non fossero neanche figli suoi, sai che se li prestano per chiedere l’elemosina? Io non l’avrei giudicata, ma sicuramente avrei tenuto presente che poteva sia essere una povera disgraziata, sia una che se la voleva e che continuava a volersela.

    E’ un ambiente particolare quello Penny, molto lontano dalla nostra di mentalità.

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  4. Capisco dai vostri commenti che avreste fatto come me, e la cosa mi consola un po’. Solitamente anch’io dò malvolentieri l’elemosina, sia per non alimentare lo sfruttamento, sia perché effettivamente quando la chiedono a volte sono così insistenti da farti proprio arrabbiare. Ho letto ora il tuo post, Diemme, e come te anch’io spesso porto abiti smessi ad una mendicante che c’è vicino ad un supermercato della zona. Faccio più volentieri questo che darle qualche spicciolo. Ma vedi che tu almeno hai fatto qualcosa? Che poi non ci sia stato ritorno non è dipeso da te, ma almeno tu non hai tirato dritto.
    A me la cosa che disturba è che qualsiasi cosa faccia in questi casi, mi resta sempre un po’ il magone che avrei potuto fare di più. O che, avendo fatto qualcosa, poteva essere meglio non fare niente. Insomma, mi sento sempre in errore.

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  5. Io sono come Te cara Rossanna! Mi sento sempre in errore! Per questo, quando incontro un mendicante, lo mando alla Caritas, o in qualche Centro di accoglienza…dicendogli che lì, troverà anche il mio contributo. Perchè è solo questo che penso di poter fare: lasciare qualcosa ai Centri di Assistenza, sperando che aiuterà davvero chi ha bisogno.
    Un ragazzo però…non è mai andato alla Caritas, e ha continuato a bussare alla mia porta, chiedendomi da bere, o delle scarpe, o un disifettante per la ferita. Se ne andava col panino, i biscotti, il giubotto, ecc. Diceva che aveva paura d’essere arrestato, perchè era senza documenti e dipendeva da chi lo sfruttava. Mi ha rivelato il suo nome, e sorrideva quando raccontava del suo paese e dei suoi cari. Ma da quando…per errore…mi ha detto dove viveva, non l’ho più rivisto.
    A volte penso che al giorno d’oggi, è difficile capire chi stà davvero male. Ci sono famiglie di italiani che, per dignità o orgoglio, negano ogni bisogno. Diverso era quando ero bambina: quando essere poveri non era una vergogna, e nell’accettare gli aiuti, si provava tanta gratitudine.
    Ciao Rossanna, e complimenti per il nuovo lavoretto!
    Un bacio affettuoso
    Nives

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