Charlie, ovvero: come complicarsi la vita · Quattro chiacchiere · Schegge di vita · Senza categoria

4. La passeggiata di salute

Di salute si, ma solo per lui. O meglio, diciamo che  ad oggi lo è diventata anche per me, ma fino al taglio “tattico” di qualche anno fa  la “passeggiata” era un vero e proprio calvario. Ogni giorno ero assalita da un forte stato di ansia da prestazione: camminerò abbastanza veloce? L’articolazione della spalla reggerà alle accelerazioni 4G di cui è capace? Luna (l’altra mia canina ben più anziana e malferma di lui) riuscirà a inframezzare una pipì alla maratona che stiamo per fare?

 

dog-sledding1(immagne reperita QUI)

 

Per darvi un’idea, immaginate un husky attaccato ad una slitta, ed attaccata alla slitta un’altra slitta carica di merci varie. Questa era la scena che si presentava a chi ci incontrava per strada. “Lui”, 18 chili di muscoli  scattanti e energia allo stato puro, si era autonominato  capospedizione, camminava pancia a terra e con le zampe si sbracciava a destra e sinistra per aggrapparsi meglio al terreno e tirare ancora più forte. All’altro capo del guinzaglio c’ero io, la slitta, il braccio teso in avanti in perpetua trazione per cercare di non farmi trascinare via come un giunco (e credetemi non lo ero davvero) dalla corrente. Nell’altra mano, il secondo guinzaglio al quale un’affannata, povera, rassegnata, anziana bretoncina era  attaccata  suo malgrado, cercando di stare al passo e senza la benché minima possibilità di dare un’annusatina in giro senza previa autorizzazione del capospedizione di cui sopra.
Se poi durante la “passeggiata” da un’auto di passaggio qualcuno chiedeva un’informazione, era bene che non si fermasse, perché io dovevo cercare di spiegargli la strada continuando a camminare, altrimenti “lui” si spazientiva ed iniziava ad abbaiare talmente forte che i malcapitati se ne scappavano dicendo che avrebbero chiesto più avanti. E sempre riguardo alla pazienza,   dopo la sua “pausa fisiologica” ripartiva a scatto,  per cui ero costretta a mettere un piede sul guinzaglio per ancorarlo a terra  e raccogliere la produzione a cronometro prima che lui iniziasse ad abbaiare disturbando la quiete pubblica da lì fino al paese vicino.

Ad aggravare la situazione era la presenza di altri cani durante l’escursione. Se vedeva una femmina partiva a razzo per andare a conquistarla (ricevendo a volte anche qualche due di picche piuttosto convincente), ma se nei paraggi c’era un cane maschio era “sfida all’ok corral”. Pelo dritto sulla schiena fino alla punta della coda, bava alla bocca, collare allo stremo delle forze e ringhio libero. Trainarlo via era una fatica allucinante. Rientravo a casa stremata ringraziando Dio che anche per quel giorno era finita.

Questo era Charlie.

4 pensieri riguardo “4. La passeggiata di salute

  1. Ohibò !
    Una @RoxyLondon d’ un remake di Zanna Bianca, in un Klondyke tosco infra le holline ?!? 😯
    E … ehm …. come t’ eri vestita in siffatta selvaggia, avventurosa spedizione ?!?
    Beh …. @Charlie in pelo di ‘capo muta’ … quanto meno deve imparare ancora qualcosa … ehm …. fagli leggere il Richiamo della foresta ! :mrgreen:

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    1. Uhm…penso che una mimetica sarebbe stata la mise più indicata per una battaglia del genere. Purtroppo però non è stata una singola avventura, bensì disavventure quotidiane obbligatorie.
      Quanto al richiamo della foresta lo sente anche troppo, le volte che ho provato a scioglierlo se la dà a gambe non appena si accorge di non avere più il guinzaglio, e ai miei richiami si ferma, si volta, mi guarda con aria furbetta, si rigira e corre via ancora più veloce. Salvo poi ritornare all’ovile una, due, tre ore (o giorni) dopo, quando ha finito di fare i comodacci suoi in giro 🙂

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