Charlie, ovvero: come complicarsi la vita

1. L’incontro

Era il 4 novembre 2005, anniversario dell’alluvione di Firenze,  già di per sé giorno carico di ricordi funesti e presagio di altrettante sciagure…

L’incontro fra me e Charlie è stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Ci siamo scelti  fino dal primo istante che ci siamo visti (più che altro LUI ha scelto me, io l’ho solo assecondato 🙂 )

Come tutte le mattine, prima di andare a lavorare mi fermai in Piazza, dove Maurizio ha la macelleria, per andare con lui a prendere il caffè nel bar vicino. Parcheggiai  sull’altro lato della piazza (non è molto grande, giusto una trentina di metri da parte a parte) e scesi di macchina. Vidi  Maurizio sulla porta di bottega, che parlava con due suoi amici, vestiti in tenuta da caccia. Vicino a loro, si aggirava un piccolo segugio color caffellatte, con una striscia bianca sul muso, e le puntine delle zampe bianche. Mi fermai ad osservarlo, e lui osservò me. Improvvisamente attraversò la piazza e scodinzolando venne a salutarmi. Mi avvicinai a Maurizio e chiesi  se quel cane fosse di uno dei due cacciatori. Mi risposero  di no, che non sapevano di chi era, e che stava  gironzolando per il paese da un paio di giorni.

Aveva un collare rosso, senza medaglietta. Dissi:  “Di sicuro è di qualche cacciatore, si sarà allontanato e si è perso.” E poi subito dopo: “Non posso certo lasciarlo qui, magari qualcuno lo investe. Lo porto a casa e vado a lavorare, poi oggi pomeriggio andiamo dal veterinario e scopriamo di chi è.” Questa fu la mia ultima frase da donna libera. Capirete perché…

Risultato: il caffè non lo presi, a lavorare arrivai alle 11 e la mia vita da quel momento si è assai complicata…

Charlie