San Valentino si avvicina… Il mio progetto originale eccolo qui: piccole tele dipinte a mano poggiate su un cavalletto in legno. Un sacchettino in organza rosso amore con due cioccolatini super-golosi! Tutto confezionato ad arte per la vostra dolce metà ❤️
Tag: amore
Tutto è bene quel che finisce bene
Seppur con qualche compromesso…buona domenica!
2. La scoperta (aaargghhh!!!)
L’idea era che il cane in questione appartenesse a qualcuno che lo amava e lo cercava disperatamente.
Con questa speranza l’ho portato a casa, l’ho nutrito, l’ho fatto sistemare su una comoda e soffice coperta vicino alla cuccia della mia Luna. Luna, l’altra canina che avevo (purtroppo è morta due anni fa), trovatella anche lei, era una signorina ammodo e non ha fatto storie nel dare ospitalità ad un povero viandante di passaggio (di passaggio si fa per dire…). Il povero viandante, satollo e stremato da due giorni di randagismo totale, si è spaparanzato e se l’è dormita come un ghiro tutta la mattina.
Nel pomeriggio lo carico in macchina e lo porto dal veterinario, alla disperata ricerca di un benedetto tatuaggio nascosto o di un microchip che ci facesse capire a chi lo dovevo riportare. Niente. Niente da fare. Niente di niente.
Faccio foto al cane, volantini, denuncia di ritrovamento. I vigili mi chiedono se volevo lasciarlo al canile. MAI E POI MAI, dico io, lo tengo finché non si trova il proprietario. Poi vedremo che fare. Sapete quando uno si tira la zappa sui piedi da solo? Ecco.
Fatto sta che il proprietario aveva pensato bene di perderlo apposta, perché non abbiamo mai saputo chi fosse. Probabilmente un cacciatore che vista l’indole da fuggitivo del soggetto in questione, ha pensato bene che fosse più comodo lasciarlo che perdere le giornate a ricercarlo.
Quindi adesso eravamo legati mani e piedi ad un peloso ribelle a quattro zampe di circa otto mesi, dall’animo cucciolo e l’istinto ringhioso di un cane adulto.
Il seguito alle prossime puntate…..
1. L’incontro
Era il 4 novembre 2005, anniversario dell’alluvione di Firenze, già di per sé giorno carico di ricordi funesti e presagio di altrettante sciagure…
L’incontro fra me e Charlie è stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Ci siamo scelti fino dal primo istante che ci siamo visti (più che altro LUI ha scelto me, io l’ho solo assecondato 🙂 )
Come tutte le mattine, prima di andare a lavorare mi fermai in Piazza, dove Maurizio ha la macelleria, per andare con lui a prendere il caffè nel bar vicino. Parcheggiai sull’altro lato della piazza (non è molto grande, giusto una trentina di metri da parte a parte) e scesi di macchina. Vidi Maurizio sulla porta di bottega, che parlava con due suoi amici, vestiti in tenuta da caccia. Vicino a loro, si aggirava un piccolo segugio color caffellatte, con una striscia bianca sul muso, e le puntine delle zampe bianche. Mi fermai ad osservarlo, e lui osservò me. Improvvisamente attraversò la piazza e scodinzolando venne a salutarmi. Mi avvicinai a Maurizio e chiesi se quel cane fosse di uno dei due cacciatori. Mi risposero di no, che non sapevano di chi era, e che stava gironzolando per il paese da un paio di giorni.
Aveva un collare rosso, senza medaglietta. Dissi: “Di sicuro è di qualche cacciatore, si sarà allontanato e si è perso.” E poi subito dopo: “Non posso certo lasciarlo qui, magari qualcuno lo investe. Lo porto a casa e vado a lavorare, poi oggi pomeriggio andiamo dal veterinario e scopriamo di chi è.” Questa fu la mia ultima frase da donna libera. Capirete perché…
Risultato: il caffè non lo presi, a lavorare arrivai alle 11 e la mia vita da quel momento si è assai complicata…
Charlie
Ovunque andrai…
Da quando mio marito ha avuto l’infarto, due anni fa, ogni tanto (spesso, per la verità) penso cosa sarebbe di me se lo perdessi. Lui è stato il mio primo grande amore, è sempre stato, è, e sarà sempre (se lui lo vorrà) il mio unico amore. Lui dice che in quel malaugurato caso (chi ce li ha per favore si tocchi gli attributi) vorrebbe che io mi trovassi un’altra persona, vorrebbe che io mi rifacessi una vita, insomma. Io non so, non credo che ce la farei. Non riesco a pensarmi con un altro, vivere la quotidianità con un uomo che non sia lui. Ci siamo conosciuti 26 anni fa, e da allora non ci siamo più lasciati, ci sono stati alti e bassi, ma ci siamo sempre sorretti e compresi a vicenda. Io, più egoisticamente, gli dico che se io dovessi mancare (suona meno peggio che morire, no?) prima di lui – cosa che spero, se non altro, sempre da egoista, per non essere io a dover soffrire- non si dovrebbe neanche azzardare a guardare da lontano qualcun’altra, pena la tiratura notturna dei piedi.
Ma lo dico per scherzo, per sdrammatizzare.
In realtà, sarei felice di sapere che la sua vita è serena e che qualcuno lo ama anche un decimo di quanto lo amo io, e che questa persona ama e si prende cura anche dei nostri figli.
Comunque vorrei continuare a seguire la sua vita da lassù, e cercherei di proteggere lui e i ragazzi, se mi fosse concesso.
Non credo che lui leggerà mai queste righe, ma se lo facesse voglio dedicargli questa canzone, che amo e che da qualche giorno mi frulla insistentemente nel cervello (oh, non facciamo scherzi, non sarà mica un segno eh?)
Maurizio TI AMO