Quattro chiacchiere

Tecniche di rilassamento


 Il cambio di stagione è sempre un periodo un po’ incasinato, per tutti.
Un po’ di nervosismo, molte cose a bollire in pentola, nuovi progetti. Diciamo un periodo di passaggio, e come tutti i passaggi e cambiamenti, non è mai indolore.
Allora perché non proviamo a rilassarci? Ohhhhhhhh!
Tiriamo un bel respiro e calmiamo i nervi…vediamo un po’ come possiamo fare…senza dubbio un bel massaggio sarebbe l’ideale, ma va fatto fare da una massaggiatrice che ci massaggerebbe anche il portafogli. Per il momento archiviamo l’idea…proviamo con lo yoga…vabbè, mica tutti siamo così snodati da avvinghiarsi come una gassa d’amante, oppure dotati di così tanto equilibrio da fare invidia ad un fenicottero….pensiamo ad altro…
la tecnica di rilassamento che preferisco è semplice ed economica.
Gli unici ingredienti necessari sono: una bella giornata di sole (e ce l’abbiamo), una strada poco transitata (meglio se in campagna) ed un accompagnatore fidato (va benissimo un marito, un amico, un parente, basta che non sia uno in vena di scherzi…).

Il procedimento è semplice: si prende l’accompagnatore in questione e ci si porta sulla strada prescelta, si chiudono gli occhi, si dirige il volto verso l’alto e si cammina così, facendoci guidare dall’altro.
In men che non si dica i pensieri aggrovigliati  si scioglieranno, la fronte si distenderà e la luce del sole che filtra attraverso le palpebre ed il suo calore rilasseranno tutti i nostri sensi, facendoci percepire anche i suoni e gli odori a cui normalmente non prestiamo attenzione.

Unico avvertimento: attenzione alla scelta dell’accompagnatore. Un amico distratto potrebbe farvi avere bisogno non di rilassamento ma di fisioterapia!

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L’uguaglianza

 

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Fissato ne l’idea de l’uguajanza
un Gallo scrisse all’Aquila: – Compagna,
siccome te ne stai su la montagna
bisogna che abbolimo ‘sta distanza:
perché nun è né giusto né civile
ch’io stia fra la monnezza d’un cortile,
ma sarebbe più commodo e più bello
de vive ner medesimo livello.-
L’Aquila je rispose: – Caro mio,
accetto volentieri la proposta:
volemo fa’ amicizzia? So’ disposta:
ma nun pretenne che m’abbassi io.
Se te senti la forza necessaria
spalanca l’ale e viettene per aria:
se nun t’abbasta l’anima de fallo
io seguito a fa’ l’Aquila e tu er Gallo.

                            (Trilussa)                                   

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