Notizie e politica · Quattro chiacchiere

Riconoscenza, questa sconosciuta

 

 

Ogni giorno si fa sempre più tangibile la gravità della situazione degli sbarchi di profughi a Lampedusa. Ormai gli abitanti dell’isola sono allo stremo, al limite della sopportazione. Per 800 che vanno, 2000 ne arrivano, chi a buon titolo (i rifugiati che arrivano dalla Libia) e chi per furbizia (i tunisini, gli egiziani e via dicendo, che approfittano del momento per buttarsi nella mischia tanto magari gli va pure bene e ce li teniamo). Perché è così, noi ci teniamo tutti. E va anche bene. Io non dico certo che dobbiamo fare come la Francia, che li rimanda via e Amen. Sono d’accordo che bisogna aiutare chi è in difficoltà, quando c’è una guerra in mezzo ancora di più. Ma per citare un vecchio detto “anche la donna più bella del mondo dà quello che ha”. E quando non ce n’è più, basta.

Ho sentito giorni fa un’intervista ad alcuni profughi. Che cosa hanno detto? Anziché ringraziare Dio, Allah e gli uomini per essere stati accolti, si lamentavano. Delle condizioni igieniche, del non essere stati nutriti, dissetati, vestiti e coperti con caldi piumini. Io penso che questo si potrebbe chiederlo in condizioni normali: io ti accolgo, quindi ti devo offrire condizioni di sopravvivenza dignitose. Ma in condizioni di estrema gravità, come questa, e quando in un luogo che può accogliere 1000 persone ne arrivano 5-6000, il massimo che si può pretendere è di avere un marciapiede dove potersi sedere. Perché allora tutti qui? Perché non in Grecia, in Turchia, a Malta? Perché sanno che probabilmente non li farebbero neanche avvicinare alla costa. Allora, visto che almeno qui non ci sono bombe che fischiano sulla testa, che si ringrazi per quel poco che c’è, e che si capisca che la situazione non è facile neanche per noi.

Quattro chiacchiere

Aggiornamenti, sicuri tormenti!

Ecco, è capitato di nuovo. Ieri sera. Panico.
“Nuovo aggiornamento Windows Live disponibile”. Ok, facciamolo, che bello, novità nella posta elettronica, in Windows Live Writer, Che bello! Che bello!
Proprio oggi che voglio scrivere un nuovo articolo del blog, càpita a fagiolo!
Già nell’installazione qualcosa che non va, troppo tempo, un avviso, ritento, ok funziona.
Tanto per cambiare le novità non mi piacciono, tutto più ingarbugliato, meno d’impatto.
Ma ormai è fatta, non si torna indietro.
E come immaginavo i problemi sono iniziati subito. Scrivo l’articolo con WLW e clicco “pubblica”. Credo che siano passati circa millecinquecento foglietti dal computer al quadernino sulla finestrella di attesa. Ad un certo punto l’avviso che è passato troppo tempo e non si può pubblicare. Faccio copia e poi incollo direttamente l’articolo su WP. Che genio!
Niente da fare. Non si entra nella sezione Articoli. Error 504 Ooops!
Provo e riprovo, alla fine decido di disinstallare l’aggiornamento. Riavvio, ritento, niente. Ok faccio un ripristino. Riavvio, ritento, niente. Ok, scelgo un punto di ripristino precedente. Riavvio, ritento, niente.
Ok. Basta. Vado a letto. Chissà, forse la notte porterà consiglio.

Ronf, ronf, ronf….

Stamani tutto sembra regolare. Bene!  La notte ha portato consiglio. Soprattutto a me, che ho deciso: quando qualcosa mi funziona bene, al diavolo gli aggiornamenti! A volte non fare niente è la cosa migliore da fare.
Perché si sa….chi lascia la strada vechia per la nuova…

W.I.P.

2^ livello

Ecco un piccolo aggiornamento sul quadro che sto realizzando. La parte posteriore delle canne è quasi a posto, mancano ancora un paio di canne sulla destra e poi ci siamo.
Appena fatto queste, non so come andrò avanti, se continuare la parte sotto del riflesso nell’acqua, o se passare prima all’anatra. Vedrò come mi prende l’ispirazione. Intanto il corso di pittura è finito e fino al 6 Aprile devo cavarmela proprio da sola.

Quattro chiacchiere

L’istinto

Per quale oscura ragione l’istinto ci spinge a volte ad azioni stravaganti?
A chi dobbiamo affidarci, all’istinto o alla ragione?

Chi non si è mai ritrovato a cercare di afferrare un oggetto che, trascinato in una invisibile spirale,  ruotando intorno al bordo del lavandino, sta per raggiungere inesorabilmente il fatidico buco ed esserne inghiottito per sempre?

La ragione, ed un’esperienza precedente,  mi hanno spinto a chiudere velocemente il tappo. Ma l’istinto, se l’avessi seguito, mi avrebbe spinto ad acchiapparlo e mi avrebbe di sicuro fatto perdere il mio piccolo sassolino di vetro, che comunque per fortuna non valeva niente.
Per cercare di capirne di più, ho cercato qualcosa a questo proposito ed ho trovato un articolo che spiega un studio fatto da due Dottoresse del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Londra.
I risultati di questo esperimento spiegano che “…Insomma, l’istinto, che nasce nelle aree del cervello più antiche, da un punto di vista evolutivo è in grado di elaborare più velocemente le immagini e le situazioni. Il cervello razionale, invece, prima di dare una risposta ha bisogno di pensare, di valutare i pro e i contro delle situazioni. E, in certi casi, questo può essere un difetto.
Ma come possiamo comportarci nella vita quotidiana per trarre il massimo beneficio da questa scoperta?
L’istinto funziona bene quando dobbiamo dare delle risposte immediate in situazioni di emergenza se invece esiste il tempo per pensare, è sempre meglio affidarsi al pensiero razionale, anche se alla fine non è raro scoprire che le diverse aree del cervello, pur differenti per funzioni e struttura, ci forniscono la stessa risposta. Insomma, nonostante si dica che gli esseri umani abbiano perso la capacità tipicamente animale di affidarsi all’istinto, in realtà essa è ancora presente dentro di noi. Basta solo metterla alla prova. E spesso darà risposte sorprendentemente accurate e in grado, addirittura, di salvarci la vita.”

Molto interessante, davvero. Io adoro l’istinto. Ma allora come mai quando scivoliamo con l’auto su un lastrone di ghiaccio l’istinto ci spingerebbe a frenare?

Fonte: http://www.leparoledellascienza.org/?p=69

Saluti e auguri

A tutte voi

“….unica come sei, immensa quando vuoi, grazie di esistere”

Le ricorrenze per me sono sempre un po’ un casino.
Avevo in mente di scrivere un bel post, cercavo una poesia che avevo letto tempo fa, mi sembrava bellissima. La trovo in un blog. L’autrice del blog me la smonta pezzo per pezzo e in fin dei conti, leggendo bene fra le righe e togliendo i quintali di miele che la impregnavano, devo dire che concordo con lei.
Alternativa: un augurio a tutte le donne, elencandone le varie caratteristiche, “a quelle che…” etc. etc. Però mi hanno battuta sul tempo (beh, imparerete che io sono sempre l’ultima ruota del carro per questo genere di cose). 
Quindi non mi rimane che ritirarmi in buon ordine, facendo gli auguri a tutte le donne con solo poche parole…ognuna di voi è unica per quello che è.
Non cambiate, a meno che non siate VOI a desiderarlo per voi stesse.
Un grande in bocca al lupo per i prossimi 364 giorni.