Lavoretti di tecniche varie · Piccoli inconvenienti quotidiani · Quattro chiacchiere · Schegge di vita · Senza categoria

Meglio tardi che mai

Dunque…che dire? Ê passato quasi un anno dal mio ultimo post, e riconosco di aver trascurato non poco questo mio angolino.

Devo ammettere che il telefono la fa sempre di più da padrone, e fra Instagram e Facebook questa mia casetta è rimasta un po’ disabitata.
Chiedo venia. Intanto tolgo un po’ di polvere, apro le finestre e poi ci vediamo per un té, che ne dite?

In questo frattempo ho dedicato parecchie delle mie energie alla macchina da cucire, tant’è che per questo, Pennelli Ribelli (io) si è un po’ risentita con L’Atelier di Smemorina (sempre io) 😉. Per dispetto si è messa subito al lavoro in un nuovo progetto che poteva acquistare già pronto su Amazon ma che ha voluto fare da sé, perdendoci una settimana abbondante (e spendendo forse anche di più 😂 ma lei è fatta così), segando, forando incollando e dipingendo come se non ci fosse un domani. Vedrete di cosa si tratta appena finito.

Dopodiché, se la fatica non mi assale come tutte le volte che devo firmare, incorniciare, ridimensionare le foto, forse riuscirò a pubblicare tutto quello che ho fatto, compresi i lavori di Natale (magari per quelli arriveremo a Natale prossimo).

Spero davvero che stiate tutti bene. Baci baci

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Punti di osservazione

Premessa: Quando la porta del ripstiglio resta aperta il cane (soprannominato Arsenio Lupin) entra e fa la spesa nei contenitori  di carta e plastica, e poi si diverte a sparpagliare il tutto in salotto…)
Dopo aver detto a tutti più e più volte di chiudere la porta, a seguito dell’ennesima devastazione, presa dalla rabbia ho affisso questo cartello

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Senonchè il giorno dopo, sicura di aver chiuso io stessa la porta, ho tenuto d’occhio l’Arsenio in questione e ho capito che lui…ha imparato ad aprirla!

Parlandone a tavola, Simone mi fa:

– Per forza la apre! Ora ci penso io!

Due minuti dopo eccolo che attacca questo in basso sulla porta…

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– Vedi? Era troppo in alto e poi in una lingua straniera…Ora sì! 😀

p.s. Ammiro l’ottimismo, ma a giudicare da quello che ha combinato dopo presumo che proprio non sappia leggere!  ,-)  🙂

Piccoli inconvenienti quotidiani · Schegge di vita

Aiutateci ad aiutarvi

Cassonetti

Molta gente in fatto di ecologia è davvero menefreghista e ignorante, ma quando è troppo  troppo.
La situazione rifiuti in molte parti d’Italia è tragica, qui da noi devo dire che il servizio viene svolto discretamente, anche se ce la mettono tutta per farci perdere le staffe.
La prima cosa che non riesco a capire è il perché i rfiuti vengono tassati in base ai metri quadrati della casa. Secondo me 2 persone in una casa di 200 metri quadrati produrranno comunque meno rifiuti di 5 persone in cento metri quadrati.
Eh si, perché i rifiuti li producono le persone, non la cubatura della casa….
Premetto che pago comunque volentieri i ben oltre 250 euro l’anno di TIA, perché ad essere sinceri noi di rifiuti ne produciamo eccome.

E qui l’altro prolema: la differenziata.
Idea geniale. Fattibile? Con molta, moltissima buona volontà. E questo perché ci mettono i bastoni fra le ruote.
Ormai nel mio ripostiglio ho:
-scatola per il cartone
-scatola per gli imballaggi in plastica
-bidocino dell’umido
-bidoncino del vetro
-barattolo pile usate
-bottiglione olio fritto
-scatola Rae (piccoli utensili elettrici)
che porto regolarmente agli appositi contenitori.
Come vi renderete conto ci vuole un bel po’ di spazio per fare le cose perbene….ma questo non è tuttto…
Secondo il “Rifiutario” della Ditta Quadrifoglio, responsabile della raccolta rifiuti dell’area fiorentina, ad esempio, le cassette di plastica per ortofrutta vanno conferite nelle campane blu. Ma adesso hanno ristretto le bocche delle campane talmente tanto che non solo non ci entra più la roba un po’ ingombrante come le casssette della frutta, ma non ci si può neanche più svuotare la scatola o il sacco della plastica per intero, costringendo le persone a rimettere le mani nel sacco dei rifiuti per riprendere oggetto per oggetto e gettarlo singolarmente (col rischio anche di tagliarsi con eventuali coperchi di lattine…). Le bacinelle e altri contenitori in plastica dura invece andrebbero conferiti nel cassonetto dei rifiuti indifferenziabili…peccato che già da un paio di anni abbiano inserito sui cassonetti le calottine a chiavetta, e la calotta è talmente piccola che niente di tutto questo ci potrà mai entrare.
Allora io dico, aiutateci ad aiutarvi: metteteci nelle condizioni di farla come si deve questa raccolta differenziata e magari ci saranno meno sacchi per terra accanto ai cassonetti, perché si sa, la gente sceglie quasi sempre la via più facile e siccome siamo in Italia, fatta la legge trovato l’inganno.
E magari, visto che il grosso del lavoro ce lo facciamo da soli, fate uno sconto sulle tasse a che differenzia di più (questa volta sì, inserendo un meccanismo sui cassonettti che registri chi è più virtuoso)
Intanto, il vento dell’altra notte mi ha rotto un innaffiatoio da 12lt. in plastica dura. Ogni giorno lo guardo e mi chiedo dove mai dovrò gettarlo.

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Cookies…non capisco, ma mi adeguo

Immagine da: www.abcinteractive.it
Immagine da: http://www.abcinteractive.it

Che già di per sé, detta così, non mi piace. E non mi piace perché di solito prima di adeguarmi voglio capire bene. Ma stavolta non ho tempo, né testa, per capire.
In questo periodo di congiuntura la vita vera sta prendendo prepotentemente il sopravvento sul “paese dei balocchi” e purtroppo la carta “Imprevisti” esce sempre più spesso di quella delle “probabilità”.
Ecco perché oramai il pc lo accedo così raramente che non appena apro la pagina dei blog che seguo mi appare una lista interminabile di nuovi post, e mi prende lo sconforto per essere così assente…
Ed ecco perché i lavori che ho iniziato e che devo terminare assolutamente alla svelta (prima che la ragazza che me li ha commisisonati partorisca) invece stentano e arrancano….
Ed ecco perché quando ho visto oggi questa cosa dei cookies mi è preso un coccolone….
In ogni caso, per non saper né leggere e né scrivere, intanto che aspettiamo che WordPress ci metta una pezza, mi adeguo inserendo nella mia sidebar l’informativa sulla privacy.
Privacy che tanto, cookies o non cookies, viene violata ad ogni piè sospinto….è un po’ come coprirsi con una  coperta corta,  se ti copri la testa, ti scopri i piedi 😉

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Una vacanza….stile Fantozzi!

(Foto da: cinema.nanopress.it)

Ebbene sì, lo dicevo prima di partire che questa vacanza non stava iniziando  nel modo giusto, e anche se speravo che si raddrizzasse, purtroppo quel che comincia male….finisce peggio!
Avevamo programmato questi pochi giorni a Parigi organizzando in modo che l’assenza di Maurizio dal negozio non coincidesse con i giorni precedenti alla Pasqua. Per questo motivo avevamo organizzato la partenza il 5, giorno di Pasqua e il rientro il 9 Aprile.
Eravamo già stati a Parigi cinque anni fa, ma non avevamo potuto vedere tutto a causa del poco tempo a disposizione, così ci eravamo ripromessi di tornarci per vedere quel che ci era rimasto da vedere.
Il pre-partenza si complica con un ricovero d’urgenza della Nonna Abelarda* che, altruista com’è, prima di acconsentire a farsi portare in ospedale ha voluto un giuramento formale che saremmo partiti ugualmente, se non giuravo non si faceva portare via 😀
Arriviamo a Parigi  in uno stato d’animo non ottimale, già stanchi e preoccupati, ma decidiamo di trascorrere questi 4 giorni di “vacanza” cercando di stare più sereni possibile e di gustarci le bellezze e il fascino di questa stupenda città. Diciamo che ce la facciamo, anche grazie al tempo che è stato sempre bello e soleggiato.
Ma la nuvoletta di Fantozzi è in agguato e ci regala  la perdita da parte mia dell’abbonamento della metropolitana, 35 euro sprecati 😦  (e grandiosa figura di m…con Maurizio, visto che continuavo a dire A LUI: “Oh, stai attento a non perdere il biglietto, non perdere la carta musei, ecc. ecc. ecc…..)”
Poi la nuvoletta comincia a farsi più nera e ci elargisce un bello sciopero dei controllori di volo di tutta la Francia, con annullamento di tutti i voli a corto raggio – compreso il nostro- proprio nel giorno della nostra partenza, e udite udite, nessun altro volo disponibile fino a domenica sera!
Fortuna ha voluto che siamo riusciti a trovare un’altra camera libera nell’hotel, ma passiamo quegli ulteriori tre giorni con l’ansia per il lavoro di Maurizio e per la mamma, che – a questo punto per fortuna- era ancora ricoverata in ospedale. Nel frattempo riesco pure a farmi male ad un piede (che mi fa ancora male e aspetto di fare una radiografia per vedere di cosa si tratta).
Per finire in bellezza questo stupendo intermezzo vacanziero perdo pure la macchina fotografica contenente più della metà delle foto…
Vi giuro che fino all’ultimo non credevo che saremmo riusciti a rientrare a casa, continuavo a guardare il cartellone dei voli in partenza temendo che apparisse qualche cambiamento e, viste le premesse mi aspettavo che dopo il decollo un commando  dell’Isis ci dirottasse chissà dove….alla fine ce l’abbiamo fatta ma….la prossima volta che decido di partire….vi prego, fermatemi!!!