Piccoli inconvenienti quotidiani · Quattro chiacchiere · Schegge di vita

Una vacanza….stile Fantozzi!

(Foto da: cinema.nanopress.it)

Ebbene sì, lo dicevo prima di partire che questa vacanza non stava iniziando  nel modo giusto, e anche se speravo che si raddrizzasse, purtroppo quel che comincia male….finisce peggio!
Avevamo programmato questi pochi giorni a Parigi organizzando in modo che l’assenza di Maurizio dal negozio non coincidesse con i giorni precedenti alla Pasqua. Per questo motivo avevamo organizzato la partenza il 5, giorno di Pasqua e il rientro il 9 Aprile.
Eravamo già stati a Parigi cinque anni fa, ma non avevamo potuto vedere tutto a causa del poco tempo a disposizione, così ci eravamo ripromessi di tornarci per vedere quel che ci era rimasto da vedere.
Il pre-partenza si complica con un ricovero d’urgenza della Nonna Abelarda* che, altruista com’è, prima di acconsentire a farsi portare in ospedale ha voluto un giuramento formale che saremmo partiti ugualmente, se non giuravo non si faceva portare via 😀
Arriviamo a Parigi  in uno stato d’animo non ottimale, già stanchi e preoccupati, ma decidiamo di trascorrere questi 4 giorni di “vacanza” cercando di stare più sereni possibile e di gustarci le bellezze e il fascino di questa stupenda città. Diciamo che ce la facciamo, anche grazie al tempo che è stato sempre bello e soleggiato.
Ma la nuvoletta di Fantozzi è in agguato e ci regala  la perdita da parte mia dell’abbonamento della metropolitana, 35 euro sprecati 😦  (e grandiosa figura di m…con Maurizio, visto che continuavo a dire A LUI: “Oh, stai attento a non perdere il biglietto, non perdere la carta musei, ecc. ecc. ecc…..)”
Poi la nuvoletta comincia a farsi più nera e ci elargisce un bello sciopero dei controllori di volo di tutta la Francia, con annullamento di tutti i voli a corto raggio – compreso il nostro- proprio nel giorno della nostra partenza, e udite udite, nessun altro volo disponibile fino a domenica sera!
Fortuna ha voluto che siamo riusciti a trovare un’altra camera libera nell’hotel, ma passiamo quegli ulteriori tre giorni con l’ansia per il lavoro di Maurizio e per la mamma, che – a questo punto per fortuna- era ancora ricoverata in ospedale. Nel frattempo riesco pure a farmi male ad un piede (che mi fa ancora male e aspetto di fare una radiografia per vedere di cosa si tratta).
Per finire in bellezza questo stupendo intermezzo vacanziero perdo pure la macchina fotografica contenente più della metà delle foto…
Vi giuro che fino all’ultimo non credevo che saremmo riusciti a rientrare a casa, continuavo a guardare il cartellone dei voli in partenza temendo che apparisse qualche cambiamento e, viste le premesse mi aspettavo che dopo il decollo un commando  dell’Isis ci dirottasse chissà dove….alla fine ce l’abbiamo fatta ma….la prossima volta che decido di partire….vi prego, fermatemi!!!

Piccoli inconvenienti quotidiani

Ooops!

Segnalazione per il Sig. WordPress: Se uno viene tentato dal cambiamento, tipo me, e decide di provare un tema nuovo, si potrebbe essere liberi di tornare a quello vecchio così come era prima, anziché perdere la barra laterale con tutto il contenuto? Istituire un punto di ripristino? Grazie.

Boia d’un boia avevo creato un blog nascosto per poter fare le prove e quando cambio tema per sperimentarne uno nuovo me lo cambia su quello principale e non su quello secondario come volevo io. Sgrunt! Abbiate pazienza, domani ripristino il tutto. E la pazienza ci vorrà a me…ma non demordo, basta provare, provare, provare…. 🙂

Quattro chiacchiere · Saluti e auguri · Schegge di vita · Senza categoria

Blog in vacanza (più o meno)

gatto_vacanza*immagine dal web

Ormai sembra sia una pratica consolidata per noi, più che di una partenza – da anni- si può parlare di una vera e propria “fuga”.

Non è chiaro il motivo per cui tutti gli eventi avversi e i contrattempi burocratici e materiali hanno il potere di concentrarsi sempre a due, massimo tre giorni dalla partenza per le ferie.

E così anche quest’anno ce la siamo dati a gambe, quattro giorni dopo la data prevista, con le valigie ancora da finire. Abbiamo lasciato a casa, in ordine di importanza: crema solare (sono già piena di eritemi e al sole ci sarò stata si e no mezz’ora), la cintura di Gabry (che da soli i pantaloni non stanno su tanto bene, e ieri durante una sfida di salto alla corda con Maurizio è rimasto  in mutande, e non in senso figurativo 😉 ) asciugamani e asciughini. Fortuna che qui alla roulotte qualcosa c’è sempre e così ci arrangiamo finché domani sera arriva Simone e ci porta quello che ci siamo scordati…se se lo ricorda!

Intanto per fortuna l’hotspot del telefono di Gabry mi permette ogni tanto di vedere la posta e dare un’occhiata veloce qui in giro, fare un livello a Candy Crush e ristaccare velocemente prima che il telefono prenda fuoco.

Prima di lasciarvi però vi anticipo che ho fatto un incontro che aspettavo da tempo…appena torno vi racconto tutto!

Piccoli inconvenienti quotidiani · Schegge di vita · Senza categoria

Diavolo di un router :-(

Sono sparita di nuovo, so che  ultimamente mi càpita troppo spesso. Magari qualcuno di voi sarà deluso dal fatto che non sono più venuta a salutarvi. Mi spiace ma davvero non ce l’ho fatta. Basta vedere da quant’è che non aggiorno il mio, di blog.  Ho avuto muratori in casa per una settimana, il maltempo perdipiù ha prolungato i lavori  a dismisura (in parte erano all’esterno) e in casa sembrava di giocare ai quattro cantoni (sposta di qui e sposta di là a seconda di dove dovevano andare a lavorare…). Oltre a ciò sono stata presissima dai miei lavoretti, ho realizzato delle borse in cerniera, che poi vi mostrerò (e stanno riscontrando un gran successo, me ne stanno chiedendo altre). Un progettino sta partendo col piede giusto e sono immersa pure  in quello. E non vogliamo aggiungere la fine della scuola con tutto il corri corri che ne consegue? Recuperare materie traballanti, portare, prendere, ultimi colloqui coi professori… che Dio ce la mandi buona (Maurizio aggiunge: ” e magari senza mutande”! 😉 ) Prima di fine mese devo fare un quadro per la consueta mostra di fine giugno e come se non bastasse aspetto una mail importante e il router non funziona più…sono costretta a scroccare la connessione di Tim del cellulare di Gabry…e menomale che almeno quella funziona. E’ un po’ come camminare con una gamba sola, ma tant’è  🙂

Se ne esco viva ci rivediamo prestissimo, e prometto che passerò da tutti! Giurin giurello 😀

scout

Fra me e me · Piccoli inconvenienti quotidiani · Quattro chiacchiere · Schegge di vita · Senza categoria

Un bagno di umiltà

Avete presente quelle bellone, coscialunga,  minigonna e tacchi, che non si preoccupano di altro riguardo le loro auto se non di metterci dentro la benzina? Ho sempre pensato a loro come a poverette microcefale che pensano che il fatto di essere “bone” dia loro automaticamente la garanzia che qualcuno l’aiuterà in ogni occasione. Però devo ammettere mio malgrado che non hanno fatto male i loro calcoli.La riprova l’ho avuta quando avevo diciannove anni, non ero propriamete una silfide, non ero bionda, non ero bona, non avevo minigonna né tacchi a spillo. E nonostante la macchina fosse a posto, si ingolfò su un viale vicino alla mia casa di allora, sotto un temporale. La macchina in questione era di mio cognato, una Talbot Horizon 1100, senza servosterzo, con una carrozzeria pesante come un carro armato. Dovetti scendere, spingere la macchina avanti per circa 50 metri, oltrepassare un semaforo, rientrare in una strada laterale a marcia  spinta indietro per altri 30 metri fino ad un parcheggio a lisca di pesce. Il tutto sotto la pioggia, con altri automobilisti che sfrecciavano accanto a me imprecando per l’intralcio, e sotto l’occhio vigile di un signore affacciato alla finestra. Solo quando ho chiuso la portiera, zuppa come un pulcino, il signore mi fa: “Serve aiuto?” Siccome sono una personcina educata non gli ho vomitato addosso la sequenza di vaff… che mi si affollavano sulla lingua. Sicuramente una di quelle bellone avrebbe avuto più fortuna di me.
Da allora ho sempre pensato  che anche nella più terribile sciagura nessuno si sarebbe mai e poi mai sognato di aiutare una balena spiaggiata a riguadagnare il mare, e mi sono sempre darta da fare per sapermela cavare da me in ogni frangente. Peccando anche un po’ di presunzione, e forte  della mia laurea ad honorem (ma guadagnata sul campo) in , nell’ordine:  riparatrice radio tv, maestra, carrozziera e maccanico di motorini, infermiera, sarta, capo scout e chi più ne ha più ne metta, ho sempre e dico sempre avuto la certezza che mai nella vita avrei avuto bisogno dell’ aiuto di chicchessia.
Questo fino a circa due mesi fa, quando mi sono dovuta arrendere davanti a, udite udite, una ruota bucata…
Complice anche la mentalità contorta degli ingegneri automobilistici d’oltralpe, prima ho dovuto ingaggiare una lotta corpo a corpo con un arzigogolato cric, poi ho dovuto impiegare circa dieci minuti in una posizione poco consona ad una signora perbene come la sottoscritta, per riuscire a sganciare la ruota di scorta da sotto alla macchina. Dopo tutto questo annaspare, per fortuna – e contro ogni previsione – un buon samaritano di passaggio mi ha gentilmente indirizzato al suo garage lì vicino e con un cric ammodo mi ha cambiato lui la ruota in cinque minuscoli minuti.

Ed è stato  così che l’autostima della sottoscrita ha subìto un colpo durissimo. Ma questa disavventura, oltre ad essere stata un bagno d’umiltà, mi ha fatto anche riacquistare la fiducia nel genere umano (maschile, soprattutto 😉 )!