Mangiare per vivere, non vivere per mangiare! · Schegge di vita · Senza categoria

Bisogno… o alibi?

L’altro ieri, dopo aver lasciato un commento su questo post di Diemme in merito alla mia difficoltà a seguire la dieta a causa della cosiddetta “fame nervosa”,  mi sono ritrovata a pensare ad un aspetto della questione che non riesco bene a delineare. Dicevo che era stata una settimana pesante dal punto di vista emotivo, perché in genere quando sono arrabbiata o depressa, o  semplicemente annoiata, sento il bisogno di sfogare queste frustrazioni nell’armadietto dei dolciumi o nel frigorifero. Anche se ogni volta mi riprometto di non cadere nel solito tranello, alterno momenti in cui sono fiera della mia forza di volontà ad altri in cui sono totalmente annientata dal mio comportamento autolesionista. Mi sono un po’ documentata, pensando di essere una mangiatrice compulsiva, ma ho scoperto questa differenza:

“Ci sono persone definibili “mangiatori compulsivi”, essi tendono a mangiare senza riuscire a limitarsi e ci sono uno o due cibi che diventano per loro irrinunciabili, irresistibili. Hanno la sensazione che di tali cibi non ce ne sia a sufficienza e hanno una paura irrazionale di rimanere senza questo cibo. La caratteristica fondamentale del mangiatore compulsivo è che egli non vuole mangiare il cibo che mangia ma, non riesce a fermarsi. Inoltre, per essere un mangiatore compulsivo non è necessario mangiare enormi quantità di cibo, basta mangiare anche solo un grissino ma, senza avere fame, senza avere la volontà di mangiarlo. In realtà, una persona non vorrebbe mangiare quel grissino in più ma, non riesce a non mangiarlo, si sente costretto e si sente frustrato poiché la sua alimentazione è fuori controllo, è indipendente da ciò che vuole.”

se sei incapace di gestire il cibo solo quando sei turbato, allora non sei un mangiatore compulsivo ma, sei un “mangiatore emotivo” (fonte)

Per la verità mi riconosco solo parzialmente nel primo gruppo, mentre mi riconosco in pieno nel secondo.
Tuttavia non è questo il dilemma che mi assilla, ma piuttosto non riesco a capire se, almeno nel mio caso, quello che inizialmente era un bisogno non si stia gradualmente trasformando in un alibi. Sempre più spesso infatti mi capita di arrabbiarmi, di arrivare davanti al frigorifero, esitare, riflettere, e poi cedere perché “si, sono arrabbiata, quindi sono autorizzata  a mangiare”. Insomma, sempre di più il fatto di essere arrabbiata o stressata, o annoiata, è come un pretesto, un alibi per mangiare senza sentirmi in colpa (cosa che poi comunque si verifica lo stesso).
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e se qualcuno si ritrova nella mia setssa condizione.