Country e Decorative Painting

Welcome Angel!

Visto che i gufi avevano avuto una brutta battuta d’arresto (ci siamo arenate alla diffficoltà  della sfumatura dell’alone della luna. Abbiamo impiegato circa un’ora e mezza per levarne le gambe), il proseguimento della realizzazione del quadretto è slittata quindi alla volta successiva.
A questo prolema  si sono aggiunte difficoltà delle “allieve” nel raggiungere il negozio, quindi alcune sono mancate, e altre si sono aggiunte.
Cosa fare allora? Per non andare avanti senza quelle che non c’erano, ho proposto un altro progettino, più veloce, da realizzare al massimo in un paio di lezioni…
Il progetto, di DimensioneArte, prevedeva di dipingere una simpatica angioletta country su una tavola di legno nodoso, impregnata con mordente per legno. Non avendo una tavola simile (e anche per limitare i costi del materiale) ho optato per una semplice sagoma ovale in compensato. Ed ho approfittato per abbinare alla realizzazione dell’angioletta l’apprendimento della tecnica dell’imitazione legno.

Ecco la partenza:

L’arrivo:

E i lavori delle mie “allieve”:

Per questo progetto avevo anche come “allieva” una bimba di 9 anni. Ci credete se vi dico che era la più attenta di tutte? A parte le normali difficoltà nel tenerla a freno nella carica del colore (a quale bambino non piace pasticciare mettendo un sacco di colore sul pennello? Ma dopo, che problema togliere gli eccessi! 😀 ), era la più attenta alle spiegazioni e alle indicazioni che davo, e non solo a lei, ma anche quando correggevo le altre lei ascoltava e faceva di conseguenza. E il suo lavoro non era peggiore degli altri, giudicate voi: è il primo in basso a sinistra!

Figli · Fra me e me · Schegge di vita

Il maiale e il contadino – ovvero – si impara con l’esempio?

“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo.” (Confucio)

Mentre passavo dalla solita strada per andare a comprare il pane, ho notato che vicino a dei cassonetti c’erano ancora  alcuni oggetti ingombranti (un divano, un televisore e dei mobiletti da cucina) che stazionano lì già da alcuni giorni. Visto che esiste un servizio gratuito per il ritiro ingombranti, mi sono chiesta perché la gente non ne fa uso. . Il ritiro nella mia zona viene fatto sempre di venerdì. Ora, se proprio devi cambiare il divano, o buttare il televisore, non puoi chiamare e organizzarti per farti portare quello nuovo quando hanno già ritirato il vecchio? Hai paura di doverti sedere per terra? O di perderti un film alla tv? Conclusione: la gente è menefreghista. Chi se ne frega se il divano resta per strada una settimana? Meglio lì che a casa, no?
Lo so, ho scoperto l’acqua calda, ma certe cose non mi vanno proprio giù.
E mi viene da chiedermi: queste persone, che tipo di educazione hanno ricevuto? E’ proprio vero che i bambini sono lo specchio dell’ambiente che li circonda? Che si impara con l’esempio? Io dico che l’esempio è fondamentale, ma da solo non basta. Bisogna parlare, parlare, parlare. E spiegare loro le cose fino allo sfinimento. E soprattutto, fare in modo che lo facciano, una, due, tre volte, finchè non diventa automatico.
I miei figli  non hanno mai gettato una cartaccia per strada, Simone addirittura  nella compagnia di amici spesso rimbrottava alcuni che lo facevano. Ma questo, sono sicura, non è solo frutto dell’esempio. E’ soprattutto perché fin da quando erano piccoli mi sono giocata tutta l’aria che avevo nei polmoni a forza di ripetere che “le cartacce le buttiamo nel cestino, e se non c’è il cestino ce le mettiamo in tasca e le buttiamo appena ne troviamo uno” ecc. ecc.

A questo proposito mi torna alla memoria un aneddoto che mia mamma raccontava spesso, il fatto risale a quando mia sorella aveva circa sette-otto anni e frequentava le elementari.
Un giorno, dopo aver finito di fare i compiti, mentre raccontava alla mamma quello che avevano fatto a scuola, un po’ soprappensiero prese un paio di forbici e cominciò a tagliuzzare un foglio di carta in tanti pezzettini minuscoli.
E mentre tagliuzzava, raccontava :

Daniela – ” Sai mamma, oggi il maestro ci spiegava che è le cose si imparano con l’esempio.  Mettiamo il caso del maiale: il maiale si rotola nel fango perché il contadino non lo lava…”

La mamma prese la scopa e cominciando a pulire:
Mamma  – “Davvero?”
Daniela (continuando a tagliuzzare) – “Davvero. Se il contadino lo tenesse pulito, il maiale imparerebbe e resterebbe pulito”
Mamma (continuando a spazzare) – “Quindi è per quello che dici che si impara con l’esempio…”

Daniela (sempre tagliuzzando) – “Si!”

Mamma – “Allora facciamo un altro esempio, tu sei il maiale e io sono il contadino. Tu stai tagliuzzando fogliolini mentre io li sto raccogliendo… Dimmi un po’: chi è il maiale, il contadino o  IL MAIALE??!?!”

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Bastardi dentro #1

Inauguriamo questa nuova serie con l’ultima chicca di Simone:

Io (cercando di mettere in carica la cuffia della tv) – Mannaggia ma com’è che queste dannate cuffie non entrano mai nel richiamo?

Simone – Si però fai una cosina veloce…

Io (non capendo l’allusione) – Perché?

Simone – Perché la tv è a 36 pollici, ma il tuo didietro è a 42!!

Quattro chiacchiere · Senza categoria

C’è posta per me (se poi è un premio, meglio è!)

Ebbene sì, anch’io sono stata nominata… ma per fortuna non dovrò lasciare la casa, in questo caso si tratta proprio di una “nomina”, un premio insomma! Proprio ieri Sonia mi ha poggiato la spada sulla spalla e zac! (ma che avete capito?!?!? No, anche se non si direbbe la mia testa è ancora attaccata, giuro!) mi ha “nominato” …

   Grazie Sonia!!!!

Ho sempre sperato, e nello stesso tempo temuto, un fatto del genere.
Se da un lato è una cosa che mi riempie di orgoglio (eddài, proprio io fra tanti, allora vuol dire che il mio blogghino non è poi tanto male…) e ho sempre sperato di rientrare nella rosa dei blog preferiti da qualcuno, dall’altra ne ho un po’ soggezione, perché in fondo si tratta pure qui di una sorta di catena, e quindi bisogna nominare altri (e se poi qualcuno ci resta male, perché non l’ho scelto? E se poi invece quelli che ho scelto non volevano essere scelti?). Vabbè, basta pippe mentali e sotto a chi tocca. Prima di tutto, la regola vuole che si dicano sette cose sul nostro conto, vediamo un po’… mumble… mumble…

1) In casa mi hanno soprannominata WUOF, perché ci sono giornate in cui non faccio che abbaiare all’indirizzo di tutti (tranquilli, tanto non mordo…)

2) Non mi accontento quasi mai, quindi cerco di delegare il meno possibile. Se non mi accontento quando faccio le cose da me, figuriamoci quando le faccio fare a qualcun altro.

3) Odio gli imprevisti, soprattutto perché mi capitano spesso. Se invece non ho programmi qualsiasi sorpresa è gradita.

4) Sono disordinatissima, ma chiunque cerchi qualcosa chieda a me e la troverà. Ho un computer al posto del cervello e una memoria visiva formidabile (ma non sono per niente fisionomista).

5) Sono totalmente Natura-dipendente. Passerei ore a guardare un pettirosso, la chioma di un albero che si muove col vento, o lo scintillio della risacca sulla sabbia. E da quando ho iniziato a dipingere vedo tutto con occhi diversi…provare per credere.

6) Essere un punto di riferimento per gli altri mi gratifica. A volte mi pesa, ma mi onora.

7) Non so portare rancore, faccio la sfuriata quando ce n’è bisogno ma poco dopo perdono. Una volta.
E non riesco a vedere le persone arrabbiate fra di sé, mi fa stare male.

E adesso, rullo di tamburi…..i miei nominati (in rigoroso ordine alfabetico) sono….

Doodlemum
Gina
Libera
Maria Rosaria
Nives
Avrei voluto aggiungerne altri ma alcuni hanno già ricevuto il premio, altri li seguo da poco e anche se li trovo deliziosi non posso mica fare l’ammiratore segreto, vi pare? Magari sarà per un’altra volta!

Country e Decorative Painting

Yawn, che sonno!

Visto che questo tempo grigio mette una certa sonnolenza, cosa ci può essere di meglio di una  targhetta che ci augura buona notte?
E chi può farlo meglio di una simpatica coppia di gufi che si stanno appena svegliando al sorgere della luna, ancora intontiti dal loro sonno diurno?
Ho appena iniziato una collaborazione col negozio presso il quale acquisto i miei materiali, facciamo dei piccoli corsi di pittura country, dove cerco di  trasmettere quelle poche nozioni che ho a chi desidera imparare questo tipo di pittura. Questo è il primo lavoretto che ho proposto, sempre sulla base di un progetto di una rivista specializzata. Ancora non l’hanno finito, ma devo dire che a parte una certa difficoltà nel realizzare la sfumatura dell’alone della luna (un’impasse di un’ora 😦  ) dovremmo riuscire a completarlo la prossima volta.
Insegnare mi diverte, anche se a volte dubito di essere all’altezza, e mi imbarazza parecchio quando mi chiamano maestra!