Sono sparita di nuovo, so che ultimamente mi càpita troppo spesso. Magari qualcuno di voi sarà deluso dal fatto che non sono più venuta a salutarvi. Mi spiace ma davvero non ce l’ho fatta. Basta vedere da quant’è che non aggiorno il mio, di blog. Ho avuto muratori in casa per una settimana, il maltempo perdipiù ha prolungato i lavori a dismisura (in parte erano all’esterno) e in casa sembrava di giocare ai quattro cantoni (sposta di qui e sposta di là a seconda di dove dovevano andare a lavorare…). Oltre a ciò sono stata presissima dai miei lavoretti, ho realizzato delle borse in cerniera, che poi vi mostrerò (e stanno riscontrando un gran successo, me ne stanno chiedendo altre). Un progettino sta partendo col piede giusto e sono immersa pure in quello. E non vogliamo aggiungere la fine della scuola con tutto il corri corri che ne consegue? Recuperare materie traballanti, portare, prendere, ultimi colloqui coi professori… che Dio ce la mandi buona (Maurizio aggiunge: ” e magari senza mutande”! 😉 ) Prima di fine mese devo fare un quadro per la consueta mostra di fine giugno e come se non bastasse aspetto una mail importante e il router non funziona più…sono costretta a scroccare la connessione di Tim del cellulare di Gabry…e menomale che almeno quella funziona. E’ un po’ come camminare con una gamba sola, ma tant’è 🙂
Se ne esco viva ci rivediamo prestissimo, e prometto che passerò da tutti! Giurin giurello 😀
Parliamoci chiaro, ricoprire i libri è di una noia mortale.
Da sempre ricopro i libri da me. L’ho fatto per Simone, lo faccio per Gabriele. Non ne sono mai soddisfatta completamente, è un lavoro che mi riesce a malapena decente. Ogni volta c’è qualche libro con le alette interne un po’ storte, alcune lenteggiano, altre tirano un po’. Poco male direi, perché già dopo pochi mesi di scuola i libri sono irriconoscibili. Ma, direte voi, se non ti riesce e non ti piace, perché lo fai? Ebbene, una volta qualche anno fa, seguendo la moda fra le mamme degli altri alunni di classe di Gabriele di fare ricoprire i libri in cartoleria con il metodo Colibrì, lo feci anch’io. Non c’è dubbio che i libri erano un po’ meglio di come li faccio di solito (ma non poi così tanto…), il fatto è che quell’anno ho sentito la mancanza della tradizione della copertura dei libri. E mi sono pure sentita un po’ in colpa, perché esonerandomi da quell’incombenza era come se non mi fossi dedicata a lui abbastanza. E’ vero, io ho tempo a disposizione, ma l’ho sempre fatto anche quando andavo a lavorare, quindi non vi nascondete dietro questa scusa…. 🙂
Lo so, mi faccio un po’ di paranoie col fatto del tempo, sarò scontata, prevedibile, retorica, ma secondo me dedicare del tempo a fare qualcosa per una persona E’ dedicarsi a quella persona. E per questo quando chiunque mi chiede qualcosa mi ci butto anima e corpo, nei limiti delle mie possibilità, e anche se mi costa fatica.
Così da allora non ho più fatto ricoprire i libri in cartoleria, e ogni anno, appena arrivano i libri, mi prendo un pomeriggio e faccio (come mi riesce) questa operazione. Aggiungendo anche una bella etichetta tassativamente home-made. Se la stampante mi assiste.
Magari a Gabriele non gliene fregherà un emerita mazza se gli ho ricoperto i libri io o il piccolo uccellino variopinto, ma a me importa eccome.
Oggi mi va di infondere un po’ di coraggio e di autostima ai nostri ragazzi, adolescenti alle prese con dubbi e paure, senso di inadeguatezza, sbalzi di umore dovuti sì agli ormoni ma anche all’alternarsi di successi e delusioni della vita. Soprattutto a quelli che subiscono angherie e soprusi a scuola o nel gruppo di amici che frequentano.
Leggete questa piccola filastrocca, vedrete che troverete il coraggio di affrontare i vari “draghi” che vi si pareranno davanti.
In bocca al…drago, ragazzi!
FILASTROCCA DELLA BATTAGLIA COL DRAGO
Tu non guardarlo, fai finta di niente
quello è qualcosa di più di un serpente
lui ti ha già visto, ora ti aspetta
fagli vedere che non hai fretta
Guardati intorno nel tuo paesaggio
il sole cala in un rosso tramonto
cerca il colore del tuo coraggio
finché nel cuore ti sentirai pronto
Quando saprai che se ora cominci
non è per niente sicuro che vinci
ma il sole brilla sui prati verdi
non è nemmeno sicuro che perdi
Quando saprai che dovunque tu vada
troverai draghi sulla tua strada
e che quel drago si deve spostare
perché per crescere devi passare.
Fra pochi giorni suonerà di nuovo la campanella, e al solo pensiero di cosa mi aspetta mi tremano le vene dei polsi…
Forse avrò scoperto l’acqua calda, ma penso che fare una cosa che ci piace dia sempre i risultati migliori.
Se uno parte col piede sbagliato, o ha le scarpe strette, o le scarpe non gli piacciono, percorrerà tutta la strada inciampando. Ed è quello che è successo e sta succedendo ai miei figli con la scuola. Percorsi scolastici zoppicanti, trainati, strattonati e sospinti da me che stavo – e sto – loro col fiato sul collo per portarli alla linea d’arrivo. Simone l’ha finalmente oltrepassata, con Gabry devo ancora tribolare un bel po’.
Nonostante in tutti questi anni sia stata più volte tentata di liberarmi della carota e servirmi sconsideratamente del bastone, ho notato che “si prendono più mosche col miele che con l’aceto”. La dimostrazione l’ho avuta spesso con Simone, soprattutto quando, per fargli piacere e imparare le tabelline, gliele cantavo con la musica delle sigle dei suoi cartoni animati preferiti. E, non dico che le ha imparate proprio tutte, ma la maggior parte sì. Qualche piccolo passo in avanti per interessare i ragazzi allo studio mi sembra che si stia facendo, i libri di geografia si stanno via via arricchendo di curiosità sui luoghi, sui loro nomi e le loro particolarità, quelli di scienze con vari esperimenti; e quelli di storia? Fermi. Spero sempre che un giorno non lontano (ma, ahimé, troppo tardi per noi), le case editrici riescano a realizzare dei testi di storia a fumetti (su Topolino per un periodo erano stati pubblicati racconti che ricostruivano fatti storici, ricordate?). Allora per quel che possiamo organizziamoci da noi…
Quest’anno Gabriele farà la terza media, e il programma di geografia prevede gli Stati Extraeuropei. Ho recuperato questo piccolo video che fu capace di far memorizzare a Simone (cosa che ha del miracoloso) tutti e 50 gli Stati Uniti d’America, capitali comprese. Funzionerà per due volte consecutive? Chissà, tentar non nuoce.
Ma ditemi: studiare così non sarebbe più divertente?
Baton Rouge, Lousiana, Indianapolis, Indiana, e Columbus capitale dell’Ohio; c’è Montgomery, Alabama, sud di Helena, Montana; poi c’è Denver, Colorado, sotto Boise, Idahoho.
Austin nel Texas, poi si va a nord, nel massachusetts, e Boston, ad Albany, New York; Tallahassee, Florida, e Washington, D.C., Santa Fe nel Mexico, e Nashville, Tennessee.
Elvis da quelle parti ci capitava spesso!
Trenton nel New Jersey e al nord di Jefferson, Missouri, poi c’è Richmond, Virginia, e nel Sud Dakota Pierre; Harrisburg in Pennsylvenia ed Augusta su nel Maine, poi c’è Providence, Rhode Island, presso a Dover, Delaware.
Concord, New Hampshire, in gita si va, a Montpelier, lì nel Vermont; Hartford Connecticut, in autunno ha bei color, o nel Kansas c’è Topeka, e in Minnesota c’è St. Paul!
Juneau in Alaska poi c’è Lincoln nel Nebraska, e c’è Raleigh nella cara Carolina del Nord, Madison, Wisconsin, ed Olympia in Washington, Phoenix, Arizona, e Lansing, Michigan.
Ecco Honolulu, felici Hawaii, Jackson, Mississippi, e Springfield, Illinois; Sud Carolina con Columbia molto chic, Annapolis nel Maryland sulla baia Chesapeak!
Ci fanno una meravigliosa zuppa di pesce!
Cheyenne è nel Wyoming e si vive molto bene, a Salt Lake City nello Utah, dove i bufali ci son; Atlanta nella Georgia, poi c’è Bismarck, nord Dakota, si sta bene a Francoforte nel Kentucky e giù di lì.
Salem in Oregon, da lì si va, Little Rock in Arkansas, Iowa ha Des Moines; Sacramento, California, e Oklahoma ha la sua city, Charleston, Virginia, e Nevada, Carson City!
Ebbene si, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta, siamo stati promossi in terza media.
E dico siamo perché anch’io come lui, ho sudato, faticato e sparso lacrime sui libri.
Dopo una partenza lenta, e dopo una pagella del primo quadrimestre a dir poco desolante, abbiamo messo il turbo. Con l’aiuto e l’appoggio delle professoresse, che in questo caso si sono rivelate preziose, competenti e comprensive, (sulla base di un sospetto di SDA)abbiamo pensato e messo in pratica un metodo di studio più adatto a lui, che si è rivelato abbastanza positivo e che ci ha permesso di recuperare ben 5 insufficienze.
Nel frattempo io ho imparato di nuovo il sistema respiratorio e circolatorio, la rivoluzione francese e le campagne napoleoniche, le nazioni di tutta Europa, tutti i complementi dell’analisi logica e soprattutto le proporzioni, il che mi ha permesso oltretutto di far capire a mio figlio che le cose studiate a scuola hanno anche un riscontro nella vita pratica. Il problema era questo: mentre eravamo fuori con i nostri rispettivi cani, una mia amica mi dice che la medicina che ha dovuto comprare per Gaia (la sua boxer), è in realtà una medicina pensata per i cavalli, e quindi la dose è 90 ml per un cavallo di 500 kg.
Quanto ne deve dare a Gaia, considerando che pesa 30 kg?
Non ho messo tempo in mezzo e ho snocciolato tutta la mia competenza recentemente acquisita:
Facile! 500:90 = 30:X
Risultato, Gaia dovrà prendere 5,4 ml di medicina. Però magari fàttelo confermare dal veterinario, non si sa mai…